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Per (chi) non scrivere

Perché non sempre è il caso di farsi troppa pubblicità presso parenti, amici e conoscenti

Un recente articolo di Michelle Jana Chan* pubblicato su Literary Hub ha rinfocolato uno dei miei fantasmi di sempre: se le persone che conosco si trovassero a leggere i miei romanzi, cosa potrebbero pensare di me?

Questo è uno dei motivi per cui quasi nessuno tra amici, conoscenti e colleghi sa della mia attività di autrice di romanzi (come ho già avuto modo di raccontare in un post precedente).

Pensandoci bene ci sono molti motivi che mi suggeriscono estrema prudenza, e confermano la bontà della mia decisione di essere discreta.

Cose "scomode" che potrebbero finire in un romanzo e incidere sui miei rapporti interpersonali:

  • la prima cosa che mi viene in mente - e che cita anche Michelle Jana Chan - è il sesso. Non mi riferisco tanto alle scene erotiche, quanto a tutto ciò che riguarda la sfera della sessualità nel suo insieme, e che in diversi casi ha a che fare con la violenza, il degrado e la perversione.

  • a volte i personaggi che creiamo sono troppo rivelatori - nel bene e nel male - di quella parte di noi che non mostriamo all'esterno. Raccontano di opinioni, desideri, fantasie che preferiamo tenere per noi, e che al massimo riusciamo a raccontare attribuendoli ai personaggi dei nostri romanzi.

  • avete presente la frase "Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti è puramente casuale"? Ma chi ci crede? E' ovvio che tutti noi ci riferiamo, in un modo o nell'altro, a fatti realmente accaduti e persone esistenti (o esistite)...

  • a volte sono tentata di scrivere qualcosa che faccia davvero riferimento alla mia famiglia o al mio lavoro. Sono sicura che se parenti e colleghi dovessero incappare nelle miei "memorie" finirei per litigare con tutti...

Michelle Jana Chan in un certo senso mi rassicura: suo padre non ha mai letto il suo libro. Potrebbe andare a finire così anche per me: per un motivo o per l'altro, le persone che conosco non sono per niente interessate a leggere ciò che scrivo.

Meglio così.


* Too Close To Home: Writing a Book That Your Parents Won’t Read

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