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Perché non venite a prenderverlo?

Abbiamo scritto un capolavoro. E adesso?

Questo è l'angolo delle confessioni senza pudore: anche io ho sempre pensato di aver scritto un romanzo (anche più di uno, per la verità...) tanto buono che gli editori avrebbero dovuto fare a gara per venirselo a prendere.

Perché diciamocelo: questo storia che dopo aver scritto un romanzo ci tocca andare a setacciare il web a caccia di editori, magari studiandoci i loro cataloghi per non perdere tempo ed energie (e per non fare figuracce con loro) è davvero logorante e - ammettiamolo tutti insieme - umiliante per degli artisti talentuosi come noi.

Per non parlare di quando, per sottoporre un romanzo agli editori, dovevamo farne altrettante copie cartacee e spedirle per posta.

Siano lodati i documenti digitali e la posta elettronica!

Resta comunque il fatto che l'editore è un imbuto molto stretto: non solo non viene a prendersi da solo il capolavoro che abbiamo scritto, non solo non lo leggerà mai, ma nemmeno lo vuole ricevere.

Non so quante volte mi sono imbattuta in editori che dichiarano chiaramente il loro assoluto disinteresse per gli inediti: da non inviare per alcun motivo, perché verranno automaticamente cestinati; oppure inviateli il primo giorno dei mesi pari, consapevoli però che solo le prime tre opere avranno l'onore di prese in considerazione (o cose di questo tipo...).

Insomma, sono finiti anche i tempi in cui si veniva almeno degnati di una lettera di rifiuto; ora è evidente che del nostro romanzo non importante niente a nessuno.

Questo è il motivo per cui nessuno viene a prenderselo...


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