Vita da indi: l'editore.
- sfolcia
- 11 nov 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Il mio percorso verso il lettore ha seguito una serie di tappe, comuni a moltissimi altri aspiranti scrittori.

Ho già ampiamente chiarito la mia vocazione indi, eppure qualcuno si può domandare se nel tempo io non abbia tentato strade più lineari, prima tra tutte quella dell'editoria tradizionale.
Il mio percorso verso il lettore ha seguito una serie di tappe, comuni a moltissimi altri aspiranti scrittori, e dato che ho iniziato a scrivere molti anni fa - ben prima che il self-publishing fosse anche solo lontanamente immaginabile - l'unica soluzione per far uscire il romanzo dal cassetto era rivolgersi a un editore.
Arrivare subito a un editore sarebbe stato difficile, ma lo spessore letterario dei miei romanzi avrebbe senz'altro fatto breccia nel duro cuore dell’editore più scafato. Cinque minuti dopo aver ricevuto la mia email il mio cellulare sarebbe squillato e dall'altra parte della linea qualcuno mi avrebbe fatto una delle migliori proposte mai presentate a un esordiente. Anzi, la storia era così bella che nel giro di una settimana c'era già l’idea per un film.
Un romanzo con una tale trama sarebbe finito nel cestino senza possibilità di appello, e infatti è inutile precisare che questo scenario è sopravvissuto solo nella mia fantasia.
C'è da dire che avevo vent'anni e mi bastavano cinque minuti per mettere insieme un intreccio ben più inverosimile di questo.
Ho provato a sottoporre i miei romanzi agli editori anche in seguito; ho desistito solo cinque anni fa perché, per quanto la mia perseveranza sia inesauribile – così come il mio ottimismo – a un certo punto l'ho utilizzata per altro (scrivere nuovi romanzi, per esempio).
Per quale motivo è così difficile arrivare a un editore? Forse lo vedremo in seguito.
Per ora mi limito a dire che almeno in tre casi ho ricevuto una risposta, anche se negativa. In un caso la risposta è arrivata per posta ordinaria e io conservo ancora quella lettera perché testimonia due cose: l'attenzione per chi scrive e ci crede davvero; la stupidità con la quale ho inviato un romanzo del tutto inadatto al catalogo di quell'editore.
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